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Stabilizzazioni alla Asl Napoli 3, il presidente Ascolese:
le professioni sanitarie centrali per l’assistenza sui territori

Stabilizzazioni alla Asl Napoli 3, il presidente Ascolese:
le professioni sanitarie centrali per l’assistenza sui territori

E’ stato consegnato dal presidente della Regione Vincenzo De Luca, il primo cedolino con la busta paga per il personale sanitario e sociosanitario precario neoassunto dalla Asl Napoli 3 Sud. La consegna simbolica ha riguardato due camici bianchi, il più giovane e il più anziano della piccola pattuglia di personale afferente all’Ordine Tsrm Pstrp e infermieri e Oss stabilizzati dall’azienda sanitaria.
Alla cerimonia, oltre al governatore e al direttore generale della Asl Giuseppe Russo, sono intervenuti il presidente dell’ Ordine delle professioni sanitarie Tsrm Pstrp Franco Ascolese, la sua vice Giuseppina Della Corte e Teresa Rea presidente Opi di Napoli. Nell’occasione è stato prestato anche il giuramento di fedeltà del dipendente pubblico.
Entro aprile la Campania avrà implementato il fascicolo sanitario elettronico – ha assicurato De Luca mentre il manager della Asl ha annunciato investimenti in nuove tecnologie, acceleratori lineari e Risonanze attinti a 200 milioni di euro deputati a questo capitolo nell’ambito del Pnrr che andranno anche a beneficio delle nascenti Case e ospedali di Comunità. Articolazioni dell’ assistenza territoriale in cui impiegare medici, infermieri tecnici e personale dell’area della prevenzione e riabilitazione che, allo stato, non sono previsti dal Piano nazionale di assunzioni. Una grave lacuna della programmazione nazionale rimarcata anche da De Luca che è tornato a porre l’accento su un Pnrr che non ha finora previsto investimenti sulla spesa corrente per il personale.
Centrale, nel piano della Regione, anche l’assistenza domiciliare agli anziani da porre asset assistenziale alternativo alle ospedalizzazioni e che pone vantaggi in termini di assistenza e di costi.
“Siamo un Ordine professionale che rappresenta 18 profili sanitari, centrali nell’assistenza territoriale di pazienti cronici, anziani, allettati, su cui si innestano eventi acuti che possono essere gestiti a domicilio senza disagi per utenza e con percorsi che consentirebbero di intercettare una quita considerevole dell’80 per cento degli accessi in pronto soccorso in tal modo evitabili – ha detto Ascolese – rappresentiamo professioni che tutti i cittadini conoscono ma di cui si parla poco, camici bianchi che spesso lavorano dietro le quinte ma in prima linea per la salute delle famiglie. Il Pnrr investe ingenti risorse per l’assistenza di prossimità e per garantire una seconda gamba più efficace, accessibile e funzionale per la cura dei malati cronici e meno dispendiosa rispetto all’ospedale da dedicare alle acuzie ma i fondi non sono strutturali bensì in conto capitale e per un triennio. In altre parole sono facilmente spendibili e impiegabili per gli acquisti di tecnologie e per ristrutturare immobili ma chi popolerà queste strutture”?
“La strada più proficua da percorrere – ha concluso Ascolese – è quella che conduce all’assistenza domiciliare reale, smart, organizzata e strutturata con il personale già in carico alle Asl e da potenziare anche con team di tecnici e operatori delle nostre professioni (Tecnici sanitari di Radiologia medica, Assistenti sanitari, Tecnici sanitari di laboratorio biomedico, Tecnici audiometristi, Tecnici audioprotesisti, Tecnici ortopedici, Dietisti, Tecnici di neurofisiopatologia, Tecnici della fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare, Igienisti dentali, Logopedisti, Podologi, Ortottisti e assistenti di oftalmologia, Terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva (Tnpee). E ancora: Tecnici della riabilitazione psichiatrica, Terapisti occupazionali, Educatori professionali e Tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro) a cui bisogna aggiungere i Fisioterapisti che si sono recentemente staccati dal nostro per costituire un Ordine autonomo. Con il supporto di strumenti di telemedicina siamo in grado di dare reali risposte reali in termini di salute pubblica. Asset oggi garantiti solo alla popolazione capiente da un punto di vista economico che per una analisi, una radiografia, visite ed esami strumentali da effettuare a domicilio per pazienti anziani (per sciogliere un quesito diagnostico o preparare a un intervento chirurgico o nel follow-up) possono solo rivolgersi al privato. Azioni invece da ricondurre nell’ambito della sanità pubblica per assicurare a tutti queste prestazioni che consentirebbero di abbattere gli afflussi impropri in pronto soccorso”.

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